Teatro

Addio a Luigi Gozzi, grande protagonista del teatro

Addio a Luigi Gozzi, grande protagonista del teatro

Nei giorni scorsi è venuto a mancare un grande protagonista del teatro non solo emiliano, ma anche italiano: Luigi Gozzi. Gozzi è stato il fondatore e l'anima del Teatro delle Moline di Bologna, insieme all´inseparabile Marinella Manicardi, nonché importante studioso, drammaturgo e regista. Era nato nel 1935 a Bologna, dove si era laureato in lettere nel 1954. Allievo di Luciano Anceschi e collaboratore del Verri (tra i suoi saggi conviene almeno ricordare i lavori su Jarry e su Artaud); già a partire dagli anni universitari svolge una vivace attività drammaturgica e registica (in questo primo periodo, tra l’altro, incoraggia ed avvia alla recitazione Piera Degli Esposti, che ne ha tracciato un affettuoso ritratto ne La storia di Piera). Membro del Gruppo ’63, è il regista dello spettacolo messo in scena a Palermo nell’ottobre del 1963, ma si dedica anche alla scrittura narrativa (su Marcatré, su Letteratura e su altre riviste compaiono pagine di un suo romanzo, La verifica morale, rimasto poi inedito perché non ne era soddisfatto). Nel 1969, con la regia de L’anatra selvatica di Ibsen, scritto dal fratello Alberto (anch’egli membro del Gruppo ’63), comincia la preistoria della cooperativa Teatro Nuova Edizione - fondata appunto insieme ad Alberto - che nel 1973 porta all’inaugurazione del Teatro delle Moline. Seguono anni di intenso lavoro (una recente pubblicazione ha festeggiato il trentennale del Teatro e i più di 50 spettacoli messi in scena), coronati nel 2006 con la fusione organizzativa delle Moline nell’Arena del Sole, il Teatro Stabile di Bologna. Di questa lunga e complessa attività sarà compito degli studiosi tracciare un profilo organico e precise periodizzazioni; basti qui ricordare i diversi versanti su cui ha operato Gozzi: i lavori sui classici (La Calandria, Il malato immaginario, Maldoror (da l’opera di Lautréamont), Otello!, Eva Futura, Memorie labili), la straordinaria trilogia dedicata ai casi clinici di Freud, la serie Binomio (scritta autonomamente ma, per una sezione, messa in scena in collaborazione con giovani musicisti), le recenti incursioni nella storia moderna e contemporanea (L’attentato, Via delle Oche, Morandi) ecc. In tutti questi anni, gli è stata vicina come compagna inseparabile, oltre che come attrice insostituibile, Marinella Manicardi che ha sposato nel 1998: la simbiosi tra loro è stata tale che quando una dura malattia ha impedito a Luigi di continuare a dirigere i suoi spettacoli, non è stato quasi possibile accorgersi che le redini operative era passate a Marinella. Ma questa eccezionale capacità di collaborare con gli altri, in particolare con i giovani, si è attestata non solo nella sua attività didattica (è stato docente al DAMS fino al 2006), ma anche nei confronti di attori, saggisti, scrittori: nell’ambiente teatrale è possibile trovare pressoché ovunque, in Italia, qualcuno che deve la sua vocazione o la sua maturazione a Luigi. Scrittore, drammaturgo e regista di valore, Gozzi ha pubblicato solo una parte minima dei molti testi messi in scena o semplicemente preparati (fino a pochi giorni prima della scomparsa ha lavorato a un nuovo progetto) e sarebbe auspicabile la costituzione di un archivio che mettesse a disposizione degli studiosi il ricchissimo materiale. Luigi Gozzi lascia tre figlie, avute dalla prima moglie Lea Oppenheim: Francesca, architetto, Caterina, che ha seguito le orme paterne, e Antonia, musicista.